domenica 29 luglio 2012

Lega Pro: Albertini boccia la riforma e Macalli risponde




Il vicepresidente della FIGC Demetrio Albertini non concorda con i parametri di Macalli. Il 7 Agosto nel Consiglio Federale una riforma concepita in questo modo non avrà il parere favorevole dell'Aic.

"Questa non è una riforma, ma solo un taglio. Senza progettualità, né condivisione". Una Lega Pro del futuro ridotta a 60 squadre, in un'unica categoria da tre gironi, non piace all'Assocalciatori, che, per bocca di Demetrio Albertini, lo dice chiaramente. Soprattutto, il vicepresidente della Figc non concorda con i parametri che hanno portato a partorire tale numero. Ed assicura che nel Consiglio federale del 7 agosto una riforma del campionato così concepita non avrà il parere favorevole dell'Aic. Il disaccordo nasce dai criteri adottati. "Ricordo dirigenti federali con ben più esperienza della mia - spiega Albertini - ripetere che non esiste un numero magico. Sessanta club? Potrebbero essere di più, o anche meno. Siamo d'accordo che i 90 club di un tempo oggi siano insostenibili. Ed infatti con il blocco dei ripescaggi si è già scesi di numero. Ma chi garantisce che i 60 di cui si parla oggi assicurino autosufficienza economica, stipendi in regola, meno penalizzazioni, settori giovanili efficienti?". "In democrazia è rispettabile ogni proposta, anche nelle diversità. E vorremmo che fossero ascoltate anche le nostre - puntualizza ancora Albertini -. A cominciare da quella di abbassare sì il numero dei club, ma inserendo anche le seconde squadre e conservando le due categorie. Le seconde squadre esistono in Germania, Inghilterra, Francia, Portogallo. Ricordo che in Spagna l'82% dei giocatori diventati campioni del mondo hanno militato nelle seconde squadre. Abbiamo società professionistiche virtuose che vanno difese e devono vedere il loro lavoro, sia economico che sportivo, valorizzato". "Abbiamo una Lega nazionale dilettanti molto importante - conclude Albertini - diffusa in tutta Italia. Credo che tutti debbano giocare a calcio, non tutti possano fare i professionisti e ciò vale sia per i calciatori che per le società ". 

Non è mancata la replica del  Presidente della Lega Pro Mario Macalli :"Questa non è una riforma, ma solo un taglio senza progettualità, né condivisione". "Al contrario si debbono ritenere fortunati che hanno una Lega Pro come la nostra". E ancora: "le seconde squadre? Se le possono sognare tutta la vita. Noi puntiamo ad un discorso di qualità e certamente non di quantità ". "Comunque - tira dritto sempre Macalli - vedremo il 7 agosto quello che avranno da dirci, noi certamente non cambieremo le nostre valutazioni. Per essere chiari, quello che noi chiediamo per il futuro, sono le norme delle iscrizioni ai campionati che dovranno essere riscritte per non avere più società penalizzate e, soprattutto, giocatori regolarmente pagati". In chiusura sempre Macalli sulla famosa 'cantera' spagnola. "Voglio ricordare che quando l'Italia vinse i mondiali in Germania di quella squadra ben dieci giocatori provenivano dalla Lega Pro"

fonte ANSA

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