giovedì 12 luglio 2012

Lundekvam racconta delle "strane" scommesse in Premier



«Scommettevamo su qualunque cosa si potesse scommettere». Sono solo alcune delle parole di Claus Lundekvam, ex capitano del Southampton, che rischiano di provocare un vero cataclisma nel calcio inglese. Non esistono né santi né paradisi su questa terra, ma la Premier League è sempre portata come esempio di sportività e di lealtà: evidentemente dobbiamo tarare nuovamente le nostre considerazioni, alla luce delle dichiarazioni del 39enne norvegese (in Inghilterra dal 1996 al 2008, quando si è ritirato dopo un lungo infortunio).
Lundekvam da diversi mesi ha sposato una campagna di sensibilizzazione antidoping e contro l’uso di droghe, collaborando con l’associazione calciatori professionisti e l’antidoping norvegese: in questa veste, ha spesso rilasciato interviste come vero uomo immagine. In alcune ha parlato di vita privata, su come abbia abusato di alcool e cocaina e del suo nuovo impegno per un calcio più pulito. Alcune dichiarazioni rilasciate alla prestigiosa rivista norvegese VG NETT, però, sono davvero esplosive e rivelano che in Inghilterra i giocatori scommettono praticamente su ogni cosa, con l’ausilio del personale dei club.

LE PAROLE DI LUNDEKVAM – «È qualcosa di cui non vado fiero. Mi ha coinvolto per un certo numero di anni, e per un po’ l’abbiamo fatto ogni settimana. Abbiamo fatto un bel po’ di soldi. Io scommettevo sulle mie partite». Poi rivela un particolare interessante: «Era una cosa che facevamo di squadra: raccoglievamo i soldi e ci accordavamo con il capitano avversario. Si poteva scommettere sulla prima rimessa, sul primo corner, sul calcio di inizio, un’ammonizione o chi tirava un rigore. Queste erano tutte cose che potevamo influenzare».

NESSUNA COMBINE – Lundekvam, però, nega che queste combine abbiano mai influenzato il risultato delle partite.
«I risultati non sono mai stati in discussione: è qualcosa che non avrei mai fatto, eravamo professionisti – conclude -. So che quello che abbiamo fatto non è sportivo o moralmente corretto: ma avevamo la possibilità di farlo, e l’abbiamo fatto».

DISSOCIATO – Da queste dichiarazioni si è dissociato l’ex compagno di squadra (sei anni con Lundekvam) e vera leggenda del Southampton, Matthew Le Tissier. Nella sua autobiografia del 2009 aveva già raccontato un episodio simile: a Wimbledon, nel 1995, aveva scommesso 10mila sterline sulla prima rimessa laterale, persa per il recupero in extremis dell’ignaro compagno di squadra Neil Shipperley. Su Twitter, Le Tissier scrive: «A parte l’occasione menzionata nel mio libro, non sono mai stato coinvolto in nessuna truffa e non so nulla di ciò che Claus dice». Intanto dall’Inghilterra rimbalza la notizia di un caso già sotto i riflettori della Fifa, che a breve dovrebbe aprire un fascicolo sull’accaduto.

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