domenica 4 maggio 2014

Etica e Sport, si può fare.


“Aspettando il Giro a Rivarolo…parliamo di etica e sport ai giovani di ogni eta” è stato organizzato da Vitaliano De Gregorio e Domenico Barbuto in vista della tappa rivarolese del 97° Giro d’Italia.
Diversi relatori si sono alternati sottolineando l’importanza dell’etica, dell’educazione e del rispetto, fondamenti di primo piano nelle pratiche sportive.
«L’etica – ha affermato l’avvocato Monica Spriano, rappresentante dell’associazione Maged (Magistrati Avvocati Europee Giuriste Donne) – è il motore che regola le relazioni con gli altri; nello sport è elemento formativo armonico per la maturazione dei ragazzi, l’atteggiamento degli allenatori modella i giovani verso la migliore interpretazione della loro vita.»
Ezio FerroPresidente Fipav Piemonte ha rimarcato che «Andare a fare le regole per punire è sicuramente facile. I ragazzi vanno educati fin da giovani.»
Durante il seminario Fabio Provera ha presentato il progetto della maglia anti-doping, progetto ideato dall’Asd Sapientiae Motusque (di cui lui è il responsabile della comunicazione) e sviluppato in collaborazione con l’Unione Nazionale Veterani dello Sport (Unvs)
«La maglia etica-antidoping nel ciclismo – ha affermato Provera – incoraggia il desiderio naturale dei corridori che non vogliono essere liquidati con l’accusa di ricorrere a scorciatoie farmacologiche.»
Un obiettivo che non sta avendo vita facile. «Purtroppo, alla proposta di adesione al progetto “maglia antidoping”, abbiamo ricevuto parecchi rifiuti. – Ha raccontato Andrea Desana, delegato Piemonte-Valle d’Aosta Unvs – Le società rispondono che si tratta di una bella iniziativa, interessante, però che ora non possono e adducono a mille scuse.»
Ad apprezzare l’iniziativa, è stato anche Enzo Caporaso, primatista unico nel suo genere con 51 maratone effettuate in 51 giorni consecutivi.
Luca Vargiu, agentecalcistico Fifa, ha rimarcato come nel mondo del calcio, contrariamente ad altri sport, il vero doping è costituito dal denaro. «I ragazzini, a soli quindici anni, si credono già arrivati. Agire in antitesi all’etica porta all’abbandono scolastico, ed è l’errore più grande a fronte delle pochissime probabilità di riuscita di una carriera al top, e di ancor meno opportunità di aprirsi un futuro professionale, piu’ che mai in questi frangenti di crisi, senza aver conseguito titoli di studio.»

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