mercoledì 6 aprile 2011

SLA, UN DERBY SPECIALE


Qualche settimana fa a Torino, nello Stadio Olimpico, è andato in scena un derby davvero particolare tra Juventus e Toro. La partita, organizzata dalla Fondazione Onlus Vialli e Mauro, è stata organizzata con l’intento di raccogliere fondi per finanziare la ricerca sulla SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), una malattia neurodegenerativa che colpisce gli ex calciatori con un tasso percentuale sei volte superiore rispetto alle altre categorie di lavoratori. La malattia colpisce i motoneuroni, che danno impulso ai muscoli: questi non recepiscono più i comandi e, lentamente, si atrofizzano. Per prime le mani, poi anche le braccia e le gambe non rispondono più alle sollecitazioni, rendendo così difficile le normali attività quotidiane, fino ad arrivare alla paralisi del corpo. Il paziente è, così, costretto a procedere alla tracheotomia (incisione della trachea per via chirurgica) per poter respirare, e ad alimentarsi tramite sondino. La SLA risparmia la mente e le funzioni sensoriali, sessuali, intestinali e vescicali, e così il malato assiste in piena lucidità alla perdita progressiva delle proprie capacità motorie. Il decorso medio della malattia è di tre-quattro anni. La malattia è irreversibile, e non esiste allo stato attuale una cura. L’unico farmaco prescritto è il Rilutek, un palliativo a base di riluzolo che rallenta, ma non arresta il decorso. Un’altra terapia efficace sembra essere il Carbolitium, che però è ancora in fase sperimentale; alcuni medici, inoltre, stanno effettuando delle sperimentazioni con le cellule staminali e con il litio. Il mondo del calcio ha cominciato a prendere consapevolezza del problema solo negli ultimi anni, quando alla lista sterminata di ex calciatori stroncati dal morbo (solo per citarne alcuni, il capitano della Fiorentina Armando Segato, il giocatore doriano Guido Vincenzi, il commissario tecnico della Nazionale italiana negli anni ’70 Fulvio Bernardini) si sono aggiunte le storie di due giovani calciatori: quella della bandiera genoana Gianluca Signorini, deceduto nel 2002 ad appena quarantadue anni, e quella di Stefano Borgonovo, attaccante di Como, Fiorentina e Milan, ora colpito dalla SLA e costretto dalla malattia immobile in un letto. Affermare con sicurezza che esista una connessione tra calcio e SLA è, attualmente, impossibile. Chi, sulla base di alcuni studi epidemiologici, ne è convinto, ha battuto almeno quattro piste, oltre a quella della predisposizione genetica e dell’ereditarietà, che nulla hanno a che fare con lo sport. La prima porta ai frequenti traumi e microtraumi che i calciatori subiscono durante la loro carriera (una tesi che ha fatto fortuna soprattutto all’Estero, in Inghilterra). La seconda parte dallo stress fisico e dall’eccesso di attività del calcio, soprattutto quello degli ultimi anni. Lo sforzo muscolare durante l’attività agonistica potrebbe portare alla distruzione delle cellule, e poi non è da escludere il fattore stress, legato anche all’ansia da prestazione. La terza si riferisce al mercato delle sostanze dopanti che infesta l’intero pianeta sport. L’abuso dei farmaci e degli antinfiammatori è una potenziale concausa assieme a quelle precedenti, così come l’abuso di integratori alimentari. La quarta pista è quella portata all’attenzione dall’equipe del professor Vanacore, epidemiologo dell’Istituto superiore della Sanità, il quale è convinto che alle tre precedenti possa aggiungersi, se non addirittura sostituirsi, la radice velenosa dei fertilizzanti e degli erbicidi dei nostri campi da calcio. Solo adesso alcuni club hanno cominciato a concimare i terreni di gioco con fertilizzanti biologici, che naturalmente sono migliori e non ledono la salute, ma che non tutte le società adottano, in quanto di gran lunga più costosi. Seguono con convinzione questa pista anche il dottor Giuseppe Stipa, del reparto di neuro fisiopatologia dell’Ospedale Santa Maria di Terni, il quale fa notare come in altri sport che pure provocano uno stress fisico molto accentuato, e in cui è stata più volte accertata la pratica del doping, come il ciclismo o l’atletica leggera, non si siano mai registrati casi di ex atleti malati di SLA. 



Il derby “SLAncio di vita” ha centrato il suo obiettivo, visto che sono stati raccolti ben 223.000 euro in quell’occasione. Gli spettatori hanno potuto assistere ad una sfida avvincente, con protagonisti le leggende del passato, allenate, quelle granata, da Emiliano Mondonico e quelle bianconere da Marcello Lippi. La prima gara, tra i campioni over 45, si è concluso con la vittoria del Torino per 1-0 grazie al tap-in di Leo Junior che ha infilato Tacconi. Nella seconda gara - questa volta tocca agli over 35 -  vantaggio del Toro a inizio ripresa  grazie a Lentini, poi rimonta della Juve, illuminata dalla classe di Zidane. “Zizou” pennella per Nedved che accorcia le distanze anticipando Bucci, poi rete vittoria di Porrini di testa nell’area piccola.

Agenziadelcalcio Football Management
Mattia Bertolino




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