lunedì 17 settembre 2012

Ora in Spagna è scoppiatala bolla sportiva




Lo Stato ha tagliato i fondi del 69% in quattro anni. E il Mondiale di ciclismo è in forse


Dopo quella immobiliare, in Spagna è scoppiata anche la bolla sportiva. L’attacco è ispirato da un titolo del Mundo di ieri, giornata significativa per lo sport spagnolo: la lettura dei giornali era un muro del pianto per il tremendo impatto che le difficoltà economiche del Paese stanno avendo sul mondo dello sport.
Dalla "età dell’oro" si è passati ai morsi della crisi: un’Olimpiade sottotono (mascherata dai numeri complessivi, una medaglia e due ori in meno rispetto a Pechino ma un assoluto disastro nell’atletica e risultati in generale molto inferiori alle attese) e ora la durissima realtà di un’economia in ginocchio che costringe anche lo sport a tirare la cinghia. Il Consiglio Superiore dello Sport ha annunciato mercoledì tagli alle 66 federazioni calcolabili tra il 25% e il 60%, a seconda della possibilità di ottenere risultati. In attesa di cifre ufficiali la previsione è che lo Stato spagnolo per il 2013 passi all’ente che governa lo sport circa 60 milioni di euro. Quest’anno la cifra erogata al Csd è stata di 124.4 milioni, nel 2011 di 169.7. Nel 2009 addirittura 193.3 milioni di euro: in 4 anni una riduzione del 69%. Altro che «Edad de oro»: soffrirà la base, e sta già soffrendo anche l’elite.
«Sarà molto difficile, quasi impossibile, organizzare i Mondiali di ciclismo del 2014». La frase è di Juan Carlos Castaño, presidente della Federciclismo. Sono previsti a Ponferrada, in Castiglia y Leon, regione povera. «La Uci chiede un milione di euro a cui bisogna aggiungere tutte le spese organizzative. Quei soldi non ci sono», ha detto Castaño. Ieri il sindaco di Ponferrada, Carlos Lopez Riesco, ha garantito che il Mondiale si farà. I dubbi restano. La Spagna nel 2013 deve organizzare anche i Mondiali di pallamano e di nuoto, l’anno dopo quelli di basket e di vela. I primi tre non sono in pericolo, il quarto secondo gli organizzatosi si farà in maniera «molto austera».
Altri segni della crisi: è stato cancellato, tardivamente, e con grande disappunto del circuito europeo, il tradizionale Master dell’Andalusia di golf. Una regione che ha chiesto ufficialmente il salvataggio economico a Madrid, una federazione che quest’anno ha già perso altri 3 tornei, saltati per mancanza di fondi: Maiorca, Madrid e Castellon. Da 7 tornei organizzati nel 2011 si è passati a 3 e nel 2013 ne resterà uno, massimo due. Il campionato di basket femminile ha visto sparire 4 squadre, compreso il Ros Casares campione d’Europa, ed è passato da 14 a 11 club. Undici giocatrici della nazionale, e l’allenatore, sono all’estero in località remote, lontanissimo da casa, dove però ci sono un po’ di soldi.

Nel calcio quest’anno i 20 club della Liga hanno speso 132 milioni di euro nel mercato estivo: un calo del 65% rispetto ai 384 milioni del 2011. E il 55% di quanto speso quest’estate è uscito dalle casse di Real Madrid e Barcellona, gli altri 18 club complessivamente hanno investito appena 59 milioni. Se le squadre di calcio avevano vissuto molto al di sopra dei propri mezzi per tanti anni, a preoccupare il governo di Madrid sono le sorti dei giovani, e il loro avviamento allo sport: secondo l’Ocde (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) la Spagna è il Paese europeo con più giovani (15-29 anni) che non studiano né lavorano. Ora per loro sarà ancora più difficile fare sport.

fonte Gazzetta.it

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