Proseguendo
nella trattazione ed analisi della portata applicativa dell'art. 17
reg. FIFA per lo status ed il trasferimento dei giocatori, occorre
considerare che le contrastanti interpretazioni rese dalla
giurisprudenza sportiva circa la citata disposizione comportano,
senza ombra di dubbio, oggettiva incertezza in capo agli operatori
del settore.
Il
caso Matulazem rappresenta la fattispecie giurisprudenziale più
rilevante in seguito alla sentenza Webster, soprattutto se si
considera che le pronunce del TAS in merito a tali vertenze si sono
di fatto rivelate di segno diametralmente opposto.
Ma
procediamo con ordine ponendo attenzione ai fatti di causa.
In
data 2.07.2007, fuori dal periodo protetto ex art. 17 reg FIFA,
Francelino Matuzalem risolveva unilateralmente senza giusta causa il
proprio contratto sportivo in essere con la società ucraina Shakhtar
Donetsk. All'interno di tale contratto, era prevista una clausola che
avrebbe obbligato il club ucraino ad acconsentire al trasferimento
del centrocampista brasiliano nel caso in cui fosse stato presentata
un'offerta pari o superiore ad euro 25.000.000.
In
seguito, precisamente in data 19.07.2007, Matuzalem sottoscriveva
nuovo contratto con la società spagnola Real Saragozza.
A
fronte di tale fatto, lo Shakhtar richiedeva alla Dispute Resolution
Chamber (Camera per la Risoluzione delle Controverseie) della FIFA
un'indennità, ex art. 17 reg. FIFA, pari al valore del calciatore
desumibile dalla clausola penale statuita in contratto. Di contro, il
club spagnolo ed il centrocampista brasiliano asserivano come
l'importo dovuto fosse pari ad euro 3.200.000.
La
Dispute Resolution Chamber, con decisione del 2.11.2007, condannava
il calciatore ed il club spagnolo a corrispondere allo Shakhtar la
somma di euro 6.800.000, portata dalla somma delle retribuzioni
ancora dovute con i costi non ancora ammortizzati sostenuti dal club
ucraino nell'acquistare Matuzalem dal Brescia Calcio nel 2004
(8.000.000 euro).
Avverso
tale decisione tutte le parti, non soddisfatte della quantificazione
dell’indennità, proponevano ricorso al Tribunale Arbitrale dello
Sport di Losanna.
Il
Tas, contravvenendo all'indirizzo giurisprudenziale seguito nel lodo
Webster per la quantificazione dell’indennità dovuta, applicava in
specie un metodo di calcolo innovativo, facendo esplicito riferimento
al cd. "positive
interest" o
"expectation
interest". In
buona sostanza, il giudicante ha affermato in generale come
un'offerta presentata da un club terzo per acquisire le prestazioni
sportive del calciatore sia fattispecie rilevante al fine di
quantificare il valore del giocatore e dunque l'indennità prevista
ex art. 17 reg. FIFA.
Applicando
tali statuizioni al caso di specie, il Tas ha considerato indice
rilevante il fatto che Matuzalem, dopo aver militato per un anno
nelle fila del Saragozza, é stato ceduto alla SS Lazio a titolo
temporaneo con diritto di riscatto ad una cifra prestabilita.
Nel
calcolare l'indennità dovuta allo Shakhtar Donetsk da parte del
calciatore e del club spagnolo, statuita in euro 11.858.934, l'organo
giudicante ha tenuto in considerazione più voci, tra cui, oltre al
valore di mercato del calciatore come stabilito dalla cessione alla
SS Lazio, il valore residuale del contratto di lavoro tra Matuzalem e
lo Shakhtar.
La
particolarità di tale vicenda non può comunque essere circoscritta
al solo fatto che il Tas abbia in specie utilizzato un nuovo criterio
per determinare l'ammontare dell'indennitá dovuta al club ucraino ex
art. 17 reg. FIFA.
É
opportuno, infatti, rimarcare che la sentenza del Tas, resa in data
19.05.2009, rimaneva comunque ineseguita dalle parti in punto
indennità, di tal ché nel luglio del 2010 il Comitato Disciplinare
della FIFA notificava al club spagnolo ed al giocatore brasiliano
avviso in forza del quale, visto il procedimento disciplinare
ingenerato dalla mancata ottemperanza al lodo Tas, si sarebbe
proceduto all'irrogazione delle sanzioni ex art. 64 codice
disciplinare FIFA.
Successivamente,
il predetto Comitato Disciplinare della FIFA, dichiarando
inadempienti le parti, ordinava in data 31.12.2010 al calciatore
brasiliano, in solido con il club spagnolo, il pagamento di 30.000
franchi svizzeri entro 90 giorni, pena la sanzione dell'interdizione
da qualsiasi attività calcistica o connessa al calcio, così come
prescritto dal codice disciplinare della FIFA.
Il
Saragozza e Matuzalem proponevano indi, avanti il Tas di Losanna,
appello avverso tale decisione del Comitato Disciplinare della FIFA.
L'organo arbitrale, in data 29.06.2011, rigettava il ricorso,
confermando la decisione del Comitato Disciplinare.
Sennonché
le parti, non dandosi per vinte, decidevano di impugnare il lodo reso
dal Tas di Losanna avanti la Corte Federale Svizzera, la quale,
dichiarandosi nel marzo 2012 competente in materia, accoglieva
l'appello presentato e per l'effetto annullava il lodo del Tas del
29.06.2011, affermando
il principio per cui un atleta non può essere sottoposto ad
interdizione perpetua dall’attività calcistica, in virtù di un
procedimento di condanna di un organo della giustizia sportiva,
configurandosi, in tal caso, una “violazione
dell’ordine pubblico internazionale svizzero”.
Tale
dirimente pronuncia ha scongiurato del tutto il rischio di
interdizione da qualsiasi attività calcistica o connessa al calcio
per il calciatore brasiliano nel caso di mancato pagamento della
sanzione pecuniaria.
Avv.
Nicola Schellino
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